Freedom In Basket

14.07.2025

Il campo da basket è piccolo, così come gli spazi da condividere in esso, e questo rimanda con tutta evidenza alla normalità penitenziaria.

"Il carcere è un ozio senza riposo, dove il facile è reso difficile dall'inutile".

Negli ultimi 25 anni di presenza nella Casa Circondariale di Cremona, gli operatori di Caritas Cremonese, in sinergia con la cappellania penitenziaria, sono stati prevalentemente impegnati nel dare supporto emotivo/relazionale e nel fare fronte a tutta una serie di bisogni materiali (indumenti, occhiali, farmaci, francobolli, sussidi…). Amici di don Maurizio o.n.l.u.s. fin dalle sue origini ha sostenuto il lavoro presso la Casa Circondariale di Cremona in diverse forme: dalla marcia in favore della campagna di Fratello Lupo, alla donazione di indumenti e negli ultimi anni con il sostegno dell'economia carceraria attraverso la distribuzione dei prodotti de "I Buoni di Cà del Ferro" nelle occasionali aperture della Bottega Solidale.

Negli ultimi anni, il quadro di fragilità delle persone recluse e gli stati di totale indigenza e abbandono sono, se possibile, aumentati e l'impegno su questo fronte continua ad essere prioritario.

Sul blindo di una cella dell'istituto di Massa Carrara, un detenuto ha scritto: "Il carcere è un ozio senza riposo, dove il facile è reso difficile dall'inutile".

Nulla di più vero e di fronte ad una emergenza che si è cronicizzata nella sua circolarità senza sbocchi di evoluzioni positive o in qualche modo significative, Marco e Antonio hanno voluto affiancare al lavoro fino a qui svolto, senza interromperlo o diminuirlo, un altro di formazione alla crescita personale, per dare comunque un senso al tempo della reclusione, offrire strumenti per gestire le situazioni che si affrontano nella quotidianità e delineare possibili percorsi futuri, spesso temporalmente lontani, ma che in qualche misura possono iniziare ad essere costruiti già nell'oggi.

Ecco allora la proposta del progetto FREEDOM IN BASKET

Il progetto sperimentale è stato suddiviso in 5 incontri (1 alla settimana) della durata di 3 ore con prevalenza di attività in palestra, ma sempre con momenti di restituzione/condivisione/formazione in aula.

Svolgere regolare attività fisica, come ampiamente scientificamente dimostrato, è uno dei pilastri fondamentali per costruire e mantenere benessere fisico e mentale. Tutto questo però, in questo percorso progettuale, è stato solo un gradito effetto collaterale secondario. Scopo primario del percorso, infatti, è stato quello di lavorare su possibili dimensioni di crescita personale, soprattutto a livello mentale e relazionale dei partecipanti.

Per farlo abbiamo sfruttato le caratteristiche specifiche e particolari di uno sport unico come il basket, che non a caso è nato, nel 1891 su intuizione di James Naismith, in un contesto di fragilità e grande problematicità, destinato a studenti che furono definiti "incorreggibili e aggressivi".

Il campo da basket è piccolo, così come gli spazi da condividere in esso, e questo rimanda con tutta evidenza alla normalità penitenziaria.

In questo spazio che potrebbe essere visto come limitante o anche asfissiante, i nostri ragazzi hanno scoperto che si sono aperti inattesi spazi di libertà, perché tutti hanno potuto fare tutto sia in attacco  che in difesa ognuno si è scoperto necessario e prezioso e ogni spazio, benché piccolo, fruibile per inventare situazioni utili.

Il basket è una metafora della vita.
La capacità di adattarsi e andare avanti è essenziale.
(Phil Jackson)

In un campo da basket il senso di vulnerabilità si è evidenziato perché giocare senza attrezzature o protezioni, senza contare che il flusso del gioco intrinsecamente imprevedibile, ha chiesto costantemente ai ragazzi cambi di posizione, tattica e soprattutto approccio mentale, esattamente come nella vita, dentro o fuori da un carcere.

Nel basket, si è vissuta un'esperienza fondante: in qualsiasi situazione, magari sotto pressione, magari con pochissimo tempo a disposizione e risorse limitate, c'è sempre stata la possibilità di fare delle scelte di cui si è stati protagonisti e responsabili, in connessione stretta con gli altri.

L'approccio al basket è stata occasione per conoscere e gestire in modo funzionale, situazioni personali e relazionali, che si auspica avranno poi ricadute nelle ordinarie dinamiche penitenziarie e soprattutto esistenziali.

Attraverso la pratica sportiva, abbiamo lavorato su:

  • gestione di emozioni e stress.
  • Azioni consapevoli vs azioni reattive.
  • Come costruire abitudini funzionali vs impulsività.
  • Sviluppo di intelligenza valoriale e relazionale.
  • Capacità di lavorare in gruppo a servizio del collettivo.

Libertà! Urlo finale di ogni seduta urlato all'unisono dai ragazzi stessi come nelle squadre che si rispettino, non poteva che essere la giusta chiosa alla "bella" fatica condivisa.

I momenti in aula sono stati condivisi con serietà e impegno dove hanno trovato spazio riflessioni personali che hanno dato modo ai coach di verificare il valore del progetto che ci auguriamo potrà avere una continuità.

Tutti i partecipanti hanno avuto in dotazione una dispensa per conoscere le regole e i vari aspetti fondamentali del gioco e al termine del percorso è stata riconosciuta la partecipazione con un attestato.

Amici di don Maurizio ha scelto di sostenere questo progetto innovativo fornendo il materiale tecnico necessario allo svolgimento in continuità con quella che è stata fin dalle nostre origini la mission: accogliamo con gioia la possibilità di essere un segno di speranza e giustizia per chi soffre.

Grazie a Caritas Cremonese che ha promosso il progetto, a Basket a Colori e a Marco Ruggeri per la competenza dimostrata in sede di progettazione e di lavoro sul campo e in aula.

Un grazie agli studenti delle classi quinte del Centro Salesiano don Bosco di Treviglio che con il loro progetto "Awareness Campaign e Fund Raising" hanno devoluto i proventi delle loro iniziative a favore di Freedom In Basket.

Antonio Lecchi

Ideatori e promotori del progetto

Antonio Lecchi

· Docente di Scienze Motorie e Sportive nella scuola secondaria.

· Allenatore 2° livello CNA  Istruttore F.I.P. Comitato Nazionale.

· Coach di Basket professionista con esperienza in contesti di fragilità e marginalità.

· Fondatore e responsabile del progetto «Basket a Colori».

· Docente a contratto di Pallacanestro presso l'Università di Bergamo.

Marco Ruggeri

· Educatore Professionale Socio Sanitario.

· Life Coach.

· Facilitatore Mindfulness.

· Responsabile di Progetto e Referente di Intervento in Interventi Assistiti con Animali

.  Coadiutore di Asino e Cavallo in Interventi Assistiti con Animali.