CASA MARGHERITA

Centro di accoglienza e formazione per ragazze, donne e bambini in situazione di vulnerabilità a Goma in RD Congo dove vive e opera la volontaria brignanese MONICA CORNA per conto VIS (Volontariato Internazionale per lo sviluppo).

Come conseguenza dell'eruzione vulcanica del 22 maggio 2021, si è aperta una riflessione sul futuro e la sostenibilità di Casa Margherita (casa di accoglienza e formazione per un massimo di 60 ragazze). Viste le continue problematiche di quest'area a est della RD Congo, l'aumento degli utenti che necessitano di una formazione ad hoc, di protezione, di accompagnamento psicologico, ha dato origine all'idea di creare un Centro per ragazze, donne e bambini dove tutte le attività che si fanno a questo riguardo possano ritrovarsi in un solo luogo. I salesiani a questo proposito metteranno a disposizione un loro terreno (1ha circa) che è ubicato nello stesso quartiere del Centro Don Bosco Ngangi a 100m di distanza. Questo permetterebbe di unire tutte le risorse fisiche ed economiche in un solo punto, massimizzando le risorse.

Casa Margherita oggi

Purtroppo lo spazio messo a disposizione per le ragazze, diventa sempre più piccolo, rispetto al numero di richieste, alla necessità e al tipo di quartiere molto diverso rispetto al loro luogo di origine. Si vorrebbe ricreare uno luogo con le stesse caratteristiche, ma più ampio, in un quartiere più accessibile e con più servizi (spazi per le attività ludiche, terreno di pallavolo, una sala al coperto per incontri, attività psicomotorie ecc.).

Lo scopo della struttura sarà di accompagnare queste ragazze per un periodo di un anno di modo tale che possano recuperare la stima di sé e ritornare a casa loro come portatrici di diritti e non solo di doveri. L'attuale struttura può accogliere massimo 30 ragazze interne (alcune delle quali madri) e 30 ragazze esterne. Le formazioni sono solo tre perché non c'è lo spazio per aumentarle. La struttura che si vorrebbe creare sarebbe per un numero maggiore di ragazze e con altri spazi per altre attività.

Le ragazze arrivano attraverso associazioni, parrocchie e autorità territoriali o anche da sole. In base alla loro situazione e dopo averle ascoltate si decide se hanno bisogno di un sostegno totale, cioè presa in carico al 100% oppure di partecipare solo alle attività diurne e rientrare a casa nel pomeriggio. All'interno di questo progetto le ragazze mangiano tre volte al giorno, ricevono materiali per la cura de loro corpo vestiario, assistenza medica e attività extrascolastiche (sport, catechismo, danza, giochi, ecc.). Per garantire un clima fraterno di amicizia e condivisione si organizzano attività che aiutano la loro espressività corporale e verbale, ma anche momenti informali, come la preparazione del cibo di cui si occupano loro stesse, l'attenzione e la cura mutuale dei rispettivi bambini, se una ragazza è impegnata in una attività, il canto e la danza serale, le uscite di gruppo, per andare alla messa o per partecipare alle diverse attività, non dimenticando mai il sistema preventivo di Don Bosco "fare tutto per e con i giovani", questo permette alle ragazze di sentirsi amate, protette e ascoltate.

Naomi ci racconta: "io prima non sapevo nemmeno parlare, avevo paura della mia voce, non riuscivo a dire nulla di fronte a nessuno, ora invece posso raccontare, chiacchierare e ridere ad alta voce

Lo spazio dove sorgerà il nuovo Centro

Puoi contribuire al progetto attraverso i conti intestati all'Associazione Amici di don Maurizio o.n.l.u.s.

BCC TREVIGLIO:      IT93O0889952780000000420024

BCC CARAVAGGIO:  IT08L0844152770000000102458

BANCO POSTA:       28727268

5 PER MILLE:          C.F. 93025260162

Causale: "Progetto CASAMARGHERITA"

Le attività che si fanno e si vorrebbe continuare a fare

Accompagnamento educativo: Le educatrici sostengono le ragazze nel percorso di recupero di autostima e di superamento del trauma legato alla causa e alla base della loro vulnerabilità, affinché le ragazze possano raggiungere un livello di crescita e autonomia per la costruzione del loro futuro. Il percorso è in particolare accompagnato da sedute di dialogo, ascolto, colloqui e terapie di incoraggiamento di gruppo;

Sostegno ed accompagnamento psicologico e di ricongiungimento con la famiglia: L'attività dello psicologo è indirizzata al recupero psicologico delle ragazze al fine di supere i traumi subiti. Le ragazze sono inoltre sostenute durante il percorso di reintegrazione con la famiglia. Lo psicologo con l'assistente sociale svolgono il ruolo fondamentale nel percorso di riunificazione familiare;

Scolarizzazione delle ragazze attraverso formazioni professionali: e ragazze seguono formazioni professionali brevi, della durata di 9 mesi, all'interno di Maison Marguerite e hanno l'opportunità di scegliere tra le formazioni offerte: taglio e cucito, cucina e corso per parrucchiera. Il centro offre inoltre dei corsi di alfabetizzazione. Le formazioni professionali sono pensate al fine di promuovere l'apprendimento di abilità professionali che possono dare loro la possibilità di avviare piccole attività per sostenersi economicamente; 

Attività ricreative e sportive: Il centro prevede inoltre una serie di attività per garantire il benessere psico-fisico delle ragazze, di carattere ludico-ricreativo o attività sportive, che presentano un'intrinseca componente educativa e terapeutica. Tra le altre la danza crea coesione all'interno del gruppo perché ognuna collabora mettendo a frutto le proprie capacità: danzando, cantando e suonando. Il canto, con il quale riescono a comunicare, trattando anche temi importanti quali la violenza sulle donne, i diritti umani, la vita in zone di guerra.

Le priorità per questo progetto

Questo progetto sarà realizzato su un terreno di proprietà dei salesiani a 300 metri dal Centro Don Bosco Ngangi nella città di Goma, provincia del Nord Kivu. La Repubblica Democratica del Congo è la scena di una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. La disastrosa situazione economica è aggravata dall'instabilità socio-politica ormai cronica e da anni di guerra civile che hanno lacerato il paese. Il Nord Kivu, provincia confinanti con il Ruanda, è tra le province più colpite dai conflitti tra gruppi armati e lo stato.

In questo contesto specifico, i bambini e i giovani e soprattutto le ragazze sono un gruppo particolarmente vulnerabile. La guerra e lo sfollamento hanno ridotto la capacità economica delle famiglie (la percentuale della popolazione che vive sotto la soglia di povertà è del 59% nella RDC) che non sono più in grado di garantire i bisogni di base e spingono i bambini fuori dalle famiglie. C'è anche una grave mancanza di servizi per il recupero e la reintegrazione delle sopravvissute alla violenza, allo stupro e allo sfruttamento. Per esempio, molti bambini hanno abbandonato la scuola, molti sono stati reclutati in gruppi armati, altri hanno trovato rifugio per strada, dedicandosi all'accattonaggio e all'estorsione e sono quindi in conflitto con la legge. Ad esempio, per quanto riguarda le ragazze, l'adozione di meccanismi di sopravvivenza che spesso le portano a passare da una situazione di vulnerabilità all'altra (prostituzione, vita di strada, arruolamento in gruppi armati). In questi contesti molto degradati, una delle priorità di questo progetto e dei salesiani è quello di rispondere e di accompagnare il processo di crescita delle ragazze e di autoconsapevolezza delle donne attraverso l'educazione, la formazione e la cultura, secondo cinque dimensioni prioritarie: il corpo e l'educazione fisica, la formazione intellettuale e professionale, l'educazione all'amore, la formazione ai valori e la formazione sociale e politica.

Che si traduce nella costruzione delle classi par la formazione (prima dell'accoglienza si vuole dare la priorità alla formazione, in quanto è basilare e necessaria per l'autonomia delle ragazze), uno spazio per le vendite dei prodotti per l'autofinanziamento, dei bagni, di una sala polivalente e un terreno di pallavolo.

Investire nell'educazione, è investire nella pace.