I martedì della Bottega

20.12.2020

Conclusi gli incontri del Martedì della Bottega in preparazione del Natale, partecipati e apprezzati.

I martedì della Bottega sono stati una bella occasione di condivisione e di "apertura" verso realtà che non fanno notizia che non destano clamore ma che fanno riflettere sul senso vero del Natale che poi è condivisione, prossimità, accoglienza. L'abbiamo percepito dal tono della voce, dall'umore e dalle storie dei nostri ospiti partecipando alla serenità con la quale hanno affrontato e affrontano tuttora mille difficoltà per essere di aiuto agli altri come se nel loro agire ci fosse un poco della nostra salvezza. Finché ci saranno persone così possiamo stare sereni che il mondo non finirà mai!

Ho visto in loro quel coraggio e quella pazienza già incontrati in quella coppia che duemila anni orsono bussando a tante porte si è trovata ad accogliere il Salvatore in una mangiatoia.

Probabilmente il Natale 2020 ci riporta a godere di novità un po' più vere rispetto alle immagini edulcorate degli ultimi anni dove già da settembre vedevi babbi natale esposti in vetrina pronti ad offrirti il meglio per tè, come se bastasse uno spot a consigliarti quello che fa bene alla tua vita.

Adesso per assurdo, potremmo accontentarci di pranzare con i nostri cari, di andare a trovare i nostri genitori, i nostri nipoti e più semplicemente di stringerci la mano scambiandoci gli auguri senza la paura di chiedersi come va.

Grazie a Marco Ruggeri impegnato nell'Attività Assistita con gli Asini, che ci ha indicato come una semplice ecologia del pensiero ci aiuti a comprendere il Valore del Creato; a don Giovanni Fiocchi per 22 anni missionario in Albania, che ha costruito una comunità divenuta indipendente grazie alla lungimiranza e alla forza di un prete che ha messo al primo posto le persone ancora prima dei progetti; a Monica Corna Volontaria del Vis in Congo che, con semplicità disarmante, ci ha raccontato un "pezzo di vita" che tutti noi abbiamo ascoltato con un silenzio a volte imbarazzante e non sempre per problemi di connessione, facendoci riflettere seriamente su quanto sia facile a volte giudicare la scelta di chi fugge dal proprio paese in cerca di un futuro migliore mettendo a repentaglio la propria vita.

Lo stimolo che nasce da questi incontri è quello di fare nostro il loro stile ognuno nella sua realtà soprattutto in un tempo sospeso come quello che stiamo vivendo, nella speranza che se qualcuno dovesse bussare alla nostra porta non trovi la locanda chiusa!