Gli Amici dello Zambia ci scrivono  

13.09.2020

Per quanto riceviamo  non possiamo che essere grati a tutti voi, amici e amiche, che ci credete, che non vi stancate di pensare a loro inviando non solo le offerte ma anche il calore e la vicinanza umana.  

Settembre 2020,

Carissime e carissimi Amici dello Zambia Come ogni anno rinnoviamo il nostro appuntamento con le notizie dai nostri Progetti in Zambia, ma mai avremmo pensato di dover affrontare una situazione di tanta fragilità a livello mondiale. Abituati a pensare che il "problema delle pandemie" riguardi solo i paesi poveri, stentiamo a credere che anche noi, che abbiamo mezzi e possibilità, non siamo stati immuni da questo pericolo. Più che mai allora, in questo nostro presente con un futuro incerto, ci sentiamo più vicini a questi fratelli e sorelle che, oltre a combattere il virus come noi, mancano delle basi per la loro sussistenza. Anche in Zambia le attività sono rimaste chiuse durante il periodo di chiusura totale e ora stanno tentando di aprire cercando di mantenere in vita quelle forme di commercio che sostengono sia le donne che espongono le bancarelle sulla strada che la gente del posto può reperire gli alimenti per il fabbisogno quotidiano. Sono bancarelle misere, con prodotti che arrivano dal piccolo orto di casa ma che permettono una pur minima entrata alla famiglia e una diffusione del cibo tra la gente lontana dai centri urbani.

L'evento del Covid-19 non ci ha pertanto permesso di fare la nostra solita visita sul posto. Il nostro andare e vedere direttamente con i nostri occhi cosa succede ai nostri Progetti è sempre stato per noi importante anche per essere corretti nel dare informazioni. Raccontare del nostro lavorare è sempre stata espressione di un valore aggiunto in merito alla cura e alla trasparenza. La pandemia ci ha impedito quest'anno di vivere questa esperienza di collaborazione: sia per noi che per loro è stato un grande dispiacere ... ma possiamo dire però che ciò non ci ha impedito di rimanere in contatto e ricevere le notizie dalle suore di Kafue. Con grande gioia ci hanno comunicato che i ragazzi dell'Home Village stanno tutti bene e nessuno di loro ha contratto il virus. Da quando è iniziata la pandemia sono rimasti chiusi nel loro villaggio evitando così i contatti con l'esterno. Grazie alle suore di Maria Bambina non è mai mancato loro il conforto, gli alimenti e le cure mediche. Sono stati monitorati sul loro stato di salute quotidianamente. Ma il tempo del Coronavirus è piombato in un territorio che già stava facendo i conti con la siccità che non ha dato il mais sperato. Il problema della fame in questi luoghi tende a sottovalutare il Covid-19 considerando che essendo una popolazione che con le malattie da sempre ha dovuto farci i conti per mancanza di medicine, di mezzi, di sussistenza, di cibo e di acqua potabile. Non potevamo rimanere indifferenti a questo tragico panorama considerando che qualche cosa in merito alla precarietà l'abbiamo vissuta anche noi. Pertanto abbiamo promosso una raccolta fondi, che ancora adesso sta continuando, per non far mancare almeno gli alimenti di base per la sussistenza (come la farina, l'olio, il riso, il sale, lo zucchero e il sapone).

Le suore di Maria Bambina hanno organizzato le distribuzioni dei viveri soprattutto per le famiglie più povere. Mettere in circolo beni di prima necessità in modo costante ha dato margini di sopravvivenza e una migliore prospettiva di vita a molti. Di questo non possiamo che essere grati a tutti voi, amici e amiche, che ci credete, che non vi stancate di pensare a loro inviando non solo le offerte ma anche il calore e la vicinanza umana. Per le persone del posto è importante sentire che non sono stati abbandonati, che noi ci siamo, anche se la vita sta mettendo alla prova anche noi, ma proprio per questo, perché sentiamo tutta la vulnerabilità della vita, capiamo meglio che condividere con chi è più sfortunato beni e servizi, ci fa sentire meglio, contenti che nel nostro piccolo contribuiamo anche noi a diminuire la terribile ed ingiusta fame nel mondo.

Come è successo da noi, le scuole sono rimaste chiuse e non si sa quando riapriranno. Abbiamo preso la decisione di versare ugualmente agli insegnanti il contributo per permettere loro una continuità economica per evitare di aggiungere poveri ai tanti già presenti. Le notizie che ci sono arrivate parlano di carestia, di malattie compreso il Covid-19, di fatiche estreme ... ma insieme ci sembra di sentire anche le loro urla di gioia ogni volta che ci avvicinavamo al villaggio e siamo certi che lo stesso faranno quando le suore porteranno loro i beni che arrivano da noi. La loro accoglienza, le urla di gioia sono tutto ciò che possono darci, non possono contraccambiare la nostra generosità con altrettanti doni, ma il sorriso e le lacrime di gioia sono testimonianza di come si possono fare i miracoli anche con un nostro piccolo contributo. Ognuno nel suo piccolo davvero può garantire dei margini di vita importanti, e può ricevere una gioia che nessuna ricchezza potrebbe mai donarci: quella di aver dato da bere e da mangiare al più piccolo dei nostri fratelli ... e il Buon Dio non mancherà di elargire le sue benedizioni